È accaduto, per la seconda volta, a Collarmele. Delegazioni di giovani hanno portato loro stessi, le loro fragilità e i loro progetti. Uno sguardo nuovo, uno sguardo amorevole e attento. Paesi e spazi che tornano ad essere "luoghi dell’anima", perché possano essere una sorta di ponte tra chi va e chi resta, tra chi torna, con un rinnovato bagaglio, e magari vede altri andare.
È un progetto che già l’anno scorso ha avuto un forte riscontro con la prima edizione e che quest’anno ha visto replicarsi la manifestazione. Il giorno 6 agosto infatti si sono riunti a Piazza dell’Orologio 11 delegazioni giovanili di vari paesi che hanno dibattuto sulle loro criticità e sugli obiettivi che si sono prefissati a medio e lungo termine. Novità sostanziale di questa seconda edizione è stata la presenza di ben tre paesi di fuori regione: Castel del Giudice in provincia di Isernia, Mandela dalla provincia di Roma e Tosina, la più lontana delle delegazioni, direttamente dalla provincia di Firenze. A questi si sono aggiunti Bisegna (AQ), Castelli (TE), Fontecchio (AQ), Gagliano Aterno (AQ), Roccamontepiano (CH), Sante Marie (AQ), Tremonti (AQ) e Villa Badessa (PE). Tra gli interventi anche quelli di ANCI Giovani, Officina Giovani Aree Interne, Parco Nazionale d'Abruzzo, Parco Regionale Sirente Velino, Giovani di Confagricoltura e Confcooperative Abruzzo, nostri partner.
Nella suggestiva cornice di Piazza dell’Orologio si sono susseguiti anche vari intermezzi artistici e agonistici.
A concludere la serata due ospiti di notevole importanza: il paesologo, nonché consulente scientifico della manifestazione, Franco Arminio e l’Orchestra Popolare del Saltarello, che ha dato vita allo spettacolo finale, illuminando la notte del 6 agosto e che ha coinvolto tutto il pubblico presente.
Quello che è stata questa seconda edizione insomma non è altro che la conferma e la consapevolezza di qualcosa di rivoluzionario, di qualcosa che non si spiega a parole, di qualcosa che per capire bisogna vivere.
Non è utopia, è realtà. Una realtà fatta di giovani che smuovono altri giovani, che si aiutano a vicenda per mettere a sistema idee e progetti, concretamente.
E come diceva Pavese "Un paese ci vuole" perché "vuol dire non essere soli" e se non siamo soli allora, questo desiderio di ritorno alle origini non è poi così lontano.
Dora Cichetti