Con Giulia ci siamo visti per la prima volta nei boschi del Parco Nazionale d'Abruzzo, tra una lezione e l'altra dei corsi del Club Alpino Italiano. È una geologa, speleologa, musicista e più di tutto scrittrice finissima. Le sue parole sono orchestre che rompono e riacconciano le anime con una disarmante facilità, in genere basta lo spazio di una didascalia ai margini di uno scatto di montagna. Qualche volta il paesaggio passa persino inosservato.
Forse è per questo che "scesi a valle" la chiamai per chiederle se ad Arsita, un paese nel cuore del versante teramano del Gran Sasso, il suo paese, un gruppo di ragazzi volesse unirsi all'idea folle di trovarsi a Collarmele per raccontare il loro modo di abitare le alte terre.
Si prese il suo tempo e accettò, ventilando la presenza di qualche strumento che avrebbe musicato il loro intervento. Da un incontro casuale è nata la performance più impattante del 3 agosto 2021. Nicola, Fabrizio, Giulia e gli altri arsitani hanno condiviso i loro testi circondati dalle gradinate di Piazza dell'Orologio: note di luoghi in un luogo di note. La montagna vive più o meno sotto traccia nei brani dei Mobili Trignani, che parlano ai paesi e al mondo, la dimostrazione matematica che dai piccoli centri può uscire l'impensato.
Ascoltando "Il tuo peggio" ho sempre sostenuto che fosse il brano-inno della manifestazione, non fosse altro per il fatto che li accomuna l'origine, che entrambi si rivolgono "a quella folla di storie importanti". La canzone nasce assemblando i versi di Giulia, salvando dall'oblio frasi avvicendatesi negli anni e sconnesse solo agli occhi di chi non vede musica anche negli angoli più incerti. Così Fabrizio e Nicola, che di solito compongono, questa volta hanno messo insieme i pezzi e, di nuovo, forgiato l'impensato. Il festival è frutto di una simile combinazione casuale, dal niente i paesi sono accorsi per stringersi la mano e (ri)conoscersi nello spazio di un anfiteatro, che pare girare come fa un disco graffiato, di quelli che hanno una traccia ormai irriproducibile. Questo è anche lo stato dei paesi, non tutte le volte il giro va a buon fine e le idee, talvolta, si perdono per strada sprofondando come fiumi carsici. Da qualche parte le sorgenti, però, rispuntano e tornano a incidere le valli in superficie.
Noi a modo nostro ci occuperemo degli emersi e dei sommersi, con lo sguardo rivolto alla terza edizione del festival. E sul palco, i Mobili Trignani.
Filiberto Ciaglia